Viva la pappa...al pomodoro!
Chi non conosce questo ritornello?
viva la pappappappa col
popopopopopopomodoro
Indipendentemente dall’età, tutti sanno che la cantava
Rita Pavone. Se vi va di risentirlo vi facilito con questo link:
Durante una delle prime cene romantiche con mio marito ho gustato, in
un localino di Firenze, la PAPPA AL POMODORO. Una vera scoperta!
Perciò oggi vi cucino questa delizia…a modo mio!
È un piatto tipico della tradizione Toscana, regione che attualmente
mi ospita, e che mi sta regalando dei momenti veramente unici, per i paesaggi
meravigliosi della sua campagna, per la ricchezza di arte e storia che
racchiude, per i profumi che sprigiona ad ogni stagione e per i sapori che
deliziano in ogni piatto.
La ricetta è molto semplice, a base di pane raffermo e pomodoro. Due
ingredienti semplici e presenti sempre in ogni casa italiana. La tradizione ci
regala un gusto sorprendente e un modo utilissimo per evitare gli sprechi,
utilizzando tutto il pane raffermo che inevitabilmente si accumula nelle nostre
cucine!
Un piatto che si aggiudica il mio personale giudizio altamente
“professionale”: GNAMMI!
Come vi ho già detto, ultimamente ho dovuto variare leggermente la mia
dieta, evitando opportunamente una serie di alimenti e soprattutto tutti i
prodotti industriali che prevedono un largo uso di conservanti. Ogni piatto
pertanto, deve essere rivalutato e opportunamente modificato per far si che
possa essere inserito nel menù di casa mia! E la pappa al pomodoro non fa
eccezione. Vi spiego perché, partendo proprio dalla ricetta tradizionale descritta
qui di seguito:
300 gr circa di pane toscano raffermo (pertanto senza sale o come
dicono in toscana “sciocco”)
500 gr di pomodori toscani maturi
aglio
basilico q.b.
1 lt di brodo vegetale
olio extravergine di oliva
sale e pepe (o peperoncino)
Le modifiche che devo apportare, per continuare a gustare questo
meraviglioso piatto, riguardano l’aglio, il pepe e il peperoncino. Purtroppo
questi alimenti non fanno parte della mia famosa lista, che l’allergologo mi ha
dato da seguire come un vademecum sacro, pertanto li devo eliminare! Direi,comunque, che il sacrificio maggiore è solo per l’esclusione del peperoncino, che
adoro; mentre l’esclusione di aglio e pepe, pensando anche ai gusti dell’altra
bocca famelica della famiglia, è cosa inevitabile a prescindere!
Ulteriore modifica, o meglio specifica che devo fare riguarda il brodo
vegetale. Molti di noi, me compresa fino a poco tempo fa, quando leggeva in una
ricetta la parola brodo, pensava subito al dado (o comunque al brodo industriale
già pronto, oggi in versione cuore di brodo o addirittura liquido da versare).
Purtroppo, la comodità di averlo sempre pronto, è pagata, secondo
me, a caro prezzo. Nei vari composti prodotti industrialmente sono presenti
insaporitori e conservanti che rendono veramente sconsigliato il consumo,
soprattutto eccessivo e continuativo, del prodotto. Inoltre nei casi come il
mio, in cui non posso assumere tutti gli ingredienti, come ad esempio l’aglio,
non posso eliminare quello fresco dalla ricetta per poi assumerlo nel brodo
vegetale che utilizzo, non vi pare? Perciò o preparo il brodo vegetale io
stessa, scegliendo opportunamente gli “odori” da utilizzare, in questo caso
solo carote, salvia, rosmarino e alloro, oppure scelgo di seguire una tra le
tante varianti della ricetta tradizionale, dove al posto del brodo si utilizza
semplicemente l’acqua!
Infine preciso qualcosa anche sul pomodoro! Posso mangiarlo solo se è fresco
e senza buccia. La tradizione mi aiuta, perché prevede proprio l’utilizzo di
pomodoro fresco, opportunamente pelato e privo dei semi interni.
Perciò seguiamo la tradizione e procediamo con la ricetta “rivisitata”:
300 gr circa di pane toscano raffermo
500 gr di pomodori freschi maturi
basilico q.b.
1 lt di brodo vegetale fatto in casa (o acqua calda)
olio extravergine di oliva
sale q.b.
Inizio dai pomodori; se sono veramente maturi, eliminare la buccia è
molto semplice, altrimenti li sbollento per 10 secondi e poi li raffreddo in
acqua e ghiaccio. Li taglio ed elimino i semi. Eseguo questa operazione su una
ciotola dove ho posizionato un passino sopra, in modo tale da recuperare il
succo mentre elimino i semi.
Preferisco utilizzare un tegame di coccio per la preparazione del
sugo! Mi rimanda a immagini antiche, alla cucina della nonna, che per
antonomasia è associata alla tradizione! Perciò, posizionando la retina di
protezione sulla fiamma, preparo la mia pentola di coccio sul fornello e metto
a riscaldare l’olio, a cui aggiungo, quasi subito, il pomodoro e il sale, facendo
cuocere per almeno 10 minuti a fuoco lento.
A questo punto preparo il pane, raffermo di qualche giorno. Se non
sono sicura da quanto tempo ho da parte il pane, lo controllo scupolosamente,
per evitare di insaporire la ricetta anche con un po’ di muffa!
Bagno il pane nel brodo o nell’acqua calda finchè diventa ben “inzuppato”,
crosta compresa. Lo strizzo leggermente, e lo aggiungo al pomodoro all’interno
del coccio. Mescolo i due ingredienti e aggiusto di sale per evitare che il
risultato sia insipido o “sciocco”, altrimenti chi lo sente poi mio marito!!!
Continuando la cottura, il pane comincia a disfarsi, e si comincerà a
formare la famosa pappa!
Adoro aggiungere, anche durante la cottura, un po’ di basilico, perciò
vado in terrazza e depredo per bene la mia povera piantina!
A proposito, piccolo consiglio per chi amasse avere le piantine degli
odori; durante l’inverno assicuratevi che la pianta riceva quel poco di sole
che ogni tanto ci è concesso e, soprattutto, che sia ben riparata da vento e
pioggia. Altrimenti verso la fine di settembre, tagliate tutti i rami e congelate
le foglie, in modo da avere basilico, prezzemolo, rosmarino o quello che
avevate piantato sempre pronto, anche durante l’inverno.
Torniamo alla ricetta. Direi che dopo l’aggiunta del pane, basteranno
circa 15-20 minuti di cottura, il tempo necessario affinché tutto il pane sia
ben mescolato al pomodoro e si sia trasformato in pappa. Potrebbe asciugarsi
troppo, in quel caso, aggiungo un po’ di brodo o acqua.
Chiudo i fornelli e lascio intiepidire; intanto apparecchio la tavola con
scodelline di coccio, che direi perfette per la pappa al pomodoro. Ultimo tocco
dello chef, po’ di basilico fresco e un goccino di olio.
Tutto è pronto, siamo a tavola… si mangia! GNAMMI GNAMMI!
Provatela anche voi, e ditemi se vi è piaciuta. Nel frattempo io
finisco la mia.
Alla prossima ricetta allora, ciao!
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